Alveolite
Questa infiammazione dell'alveolo dentale è una delle complicanze che possono verificarsi dopo l'estrazione del dente
Cos’è l’alveolite
L’alveolite è un’infiammazione acuta dell’alveolo dentale, la cavità ossea in cui alloggiano le radici dei denti. Si tratta di una delle complicanze che possono verificarsi dopo un intervento di estrazione, a causa di un’alterata coagulazione del sangue e di un’anomalia nel processo di guarigione.
L’alveolite dentale insorge con più frequenza quando il dente estratto è gravemente compromesso da processi patologici come carie profonde, pulpiti o granulomi, specialmente se si tratta del terzo molare, ovvero il dente del giudizio.
In genere, i primi sintomi si manifestano dopo 3-4 giorni dall’intervento, con dolore intenso e gonfiore dei linfonodi e deve essere trattata con antibiotici e analgesici.
Quali sono i sintomi dell’alveolite
L’alveolite post-estrattiva non è una condizione particolarmente grave, tuttavia risulta estremamente fastidiosa per chi ne soffre, ritardando inoltre anche i tempi di guarigione dell’alveolo. Il quadro sintomatologico è caratterizzato maggiormente da dolore, il quale si intensifica qualche giorno dopo l’estrazione, dapprima in zona locale, per poi irradiarsi lungo le regioni innervate dalle branche del trigemino, come l’orecchio. Quando si verifica tale condizione, l’aspetto dell’alveolo dentale appare vuoto e grigiastro, ed eventualmente occupato da residui alimentari che vanno a riempire lo spazio dove prima era presente la radice del dente.
Tra i sintomi dell’alveolite troviamo:
- Dolore
- Alitosi
- Gonfiore della gengiva
- Febbre
- Ingrossamento dei linfonodi
- Dolore al collo
- Tumefazione facciale
L’alveolite dentale post-estrattiva non va confusa con un altro tipo di alveolite, ovvero quella polmonare che insorge a seguito di sedute di radioterapia toracica e, ovviamente, presenta un quadro clinico totalmente diverso.
Quali sono le cause di alveolite
Non sono ancora del tutto chiare le cause alla base di questa condizione. Tuttavia, esistono alcuni fattori che potrebbero predisporre all’insorgenza dello stato infiammatorio. Le varie teorie formulate però, ad oggi, non mettono d’accordo tutta la comunità scientifica, fatto salvo per un caso: il fumo di sigaretta. È stato ampiamente dimostrato, infatti, che la nicotina aumenta l’incidenza di alveolite dentale perché agisce da ischemizzante, ovvero riduce la disponibilità di ossigeno ai tessuti alveolari, necessario per una corretta coagulazione e guarigione.
Tra le possibili cause di alveolite possiamo elencare:
- Traumi durante l’estrazione
- Disordini della coagulazione
- Distacco precoce del coagulo alveolare
- Scarsa igiene orale
- Granuloma
- Parodontite
- Utilizzo di suture chirurgiche
- Alveoliti precedenti
- Immunodeficienza
- Altre patologie (ad esempio, il diabete)
Rispetto agli uomini, le donne hanno un rischio maggiore di soffrire di alveolite post-estrattiva. Ciò è dovuto alla quantità di estrogeni nel sangue. Quando i livelli dell’ormone femminile sono alti, come durante le prime settimane del ciclo mestruale o durante l’assunzione di contraccettivi orali, le ferite dovute all’estrazione tendono infatti a guarire in maniera meno veloce.
Alveolite: i rimedi del farmacista
La cura per l’alveolite varia da caso a caso, ma in linea generale, prevede l’impiego di farmaci antibiotici in combinazione con una terapia per alleviare i sintomi. Ad esempio, per ridurre il dolore si utilizzano analgesici come le compresse rivestite di Brufen o, in caso di febbre, il granulato effervescente di Tachipirina.
Allo stesso tempo, è consigliabile variare le abitudini di igiene orale quotidiana utilizzando, ad esempio, uno spazzolino a setole morbide per non irritare le gengive, già sollecitate dall’infiammazione. La pulizia del cavo orale è fondamentale per evitare di aggravare i sintomi e portare a conseguenze più serie per cui, è necessario utilizzare antisettici giornalieri, come il collutorio Active Control. Nei casi più gravi, l’odontoiatra provvede ad effettuare la pulizia dell’alveolo o, più raramente, l’ablazione del frammento osseo coinvolto.